Le crisi migratorie che hanno investito l’Europa non hanno trovato i sistemi nazionali pronti ad accogliere migranti e rifugiati, integrandoli in modo efficiente all’interno della società e nel mercato del lavoro. La mancanza di sostegno e formazione mirati sta avendo gravi conseguenze: i migranti rimangono esclusi dagli aspetti sociali e lavorativi della società, le persone e gli attori locali non sono in contatto diretto e relazione/collaborazione con loro.
Possibili effetti negativi possono incorrere nella società europea e alcuni indicatori sono già evidenti:
- I governi nazionali applicano restrizioni sull’immigrazione
- Si sviluppano stereotipi comuni nei paesi dell’UE riferiti ai rifugiati (e, in generale, agli stranieri).
La finalità del progetto Cultural Crossroads è quello di agire per superare questi effetti negativi:
- Estendendo e sviluppando le competenze degli educatori (formatori ed educatori, società civile e altri attori rilevanti) per rispondere ai reati e ai discorsi di incitamento all’odio e interagire con immigrati/rifugiati e cittadini di paesi ospitanti
- Creando condizioni e strumenti per una migliore comprensione tra le comunità, comprese le attività interreligiose e interculturali
- attuando iniziative di sensibilizzazione rivolte al pubblico in generale e ai gruppi e alle comunità interessate, per rispondere al razzismo, alla xenofobia e ad altre forme di intolleranza, e ai gruppi vulnerabili rafforzandole contro le dimostrazioni di razzismo, xenofobia e altre forme di intolleranza.
Durante il primo incontro ospitato dal coordinatore Consorzio Social Lab a Bitonto, in Italia, tutti i partner hanno discusso sull’implementazione della prima azione di RICERCA E INDAGINE che si rivolge agli immigrati e ai rifugiati, ai cittadini locali, ai centri interculturali / alle associazioni culturali e agli stakeholder nei paesi coinvolti.
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